Breakfast Room
La poesia Trieste e l’amore per la sua città
Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un’erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest’erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all’ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l’ultima, s’aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un’aria strana, un’aria tormentosa,
l’aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
In questa poesia Saba spiega come i suoi occhi vedono la città. Trieste è un tema molto caro al poeta ed è molto presente all’interno del “Canzoniere”. In questi versi vediamo un amore incondizionato verso quella che è una città affollata e in continuo movimento. Il fatto che si affacci sul porto la rende viva e aperta.
La sua “scontrosa grazia” è paragonata qui ad un ragazzaccio dalle mani troppo grandi e dure per regalare un fiore, o ad un amore pervaso dalla gelosia. L’aria che circola a Trieste è strana, ma è l’aria di casa.